Musica, genetica e gratificazione

La musica è ritenuta uno dei principali piaceri della vita. La capacità della musica di generare gratificazione può essere addirittura superiore di quella esercitata da azioni evolutivamente vantaggiose come il sesso, il cibo e l’attività fisica.

Ma come mai una melodia ha la singolare e unica capacità di abbassare la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e migliorare la frequenza di atti respiratori diaframmatici? Semplice, perché è evolutivamente vantaggioso.

L’uomo ha la capacità di riconoscere la musica in base alla ritmica che la compone, questa singolare capacità ereditaria e ha origini ancestrali profonde che risalgono alle prime comunità createsi circa 50.000 anni fa. Qui, l’utilizzo di canti e balli di gruppo rinforzava l’iterazione sociale fino al punto di potenziare il legame della comunità.

La capacità della musica di suscitare forti emozioni ha origini ancora più antiche dal momento che i primi omidini utilizzavano il canto per comunicare le emozioni provate.

Recenti studi di Epigenetica (Genetica dall’ambiente) dimostrano come le donne incinte siano molto più suscettibili alla diminuzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca durante l’ascolto di una canzone a loro gradita.
Tuttavia gli effetti positivi della musica in gravidanza possono giovare anche ai futuri nati. I bambini sottoposti a musico terapia dal sesto mese di gestazione possiedono un cervello più sviluppato e una migliore connessione tra i i lobi cerebrali (corpo calloso maggiore).

Lo sviluppo cerebrale dipendente dalla musica ha anche una componente genetica, per capire la predisposizione ad un elevato QI si potrebbero studiare i polimorfismi del gene FNBP1L, una componente del DNA importante nella comunicazione tra neuroni e nel rilascio neurotrasmettitori. Per quanto riguarda i nuovi nati considerando che fino a 18 mesi non si distinguere il razionale e il creativo, dare stimoli nuovi come l’ascolto di diverse melodie giornalmente può incrementare le funzioni cognitive come percezione, memoria e creatività.

Ma la musica ha effetti positivi anche negli adulti e negli anziani, migliora la comunicazione tra le aree cerebrali, migliora la capacità empatica, migliora l’articolazione e la comprensione del linguaggio e limita il declino cognitivo.

Dott. Ivan Martellato

Sei ancora indeciso?

Ti aiutiamo a trovare il test DNA VitaeDNA più adatto a te.