Molte persone faticano a perdere peso nonostante diete ferree e attività fisica regolare, e le cause sono spesso multiple e interconnesse. Tra queste emergono:
- Alimentazione e sport: diete troppo ricche di cibi ipercalorici e vita sedentaria favoriscono l’aumento di peso. Inoltre, quando si abbassa l’introito calorico il corpo può compensare attivando meccanismi di sopravvitto (metabolismo basale più lento e aumento dell’appetito), ostacolando così la perdita di massa grassa.
- Fattori ormonali e medici: condizioni come ipotiroidismo, sindrome da PCOS o infiammazioni croniche possono rallentare il dimagrimento. Questi disturbi interferiscono con il dispendio energetico e la regolazione degli zuccheri, e richiedono un approccio specifico.
- Predisposizione genetica: non tutti reagiscono allo stesso modo alle stesse diete o agli stessi programmi di allenamento; questo perché esistono varianti genetiche individuali che modulano la risposta corporea agli stimoli ambientali.
Variazioni genetiche: metabolismo, alimentazione e allenamento
Il genoma umano presenta numerosi polimorfismi (SNP) che influenzano il metabolismo e la risposta ai nutrienti.
Nello specifico:
- il metabolismo basale è legato ai geni che regolano la spesa energetica a riposo (come il polimorfismo Trp64Arg nel gene β3-adrenergico (ADRB3);
- la risposta ai nutrienti è legata alle varianti geniche che possono modulare come l’organismo utilizza grassi, carboidrati e proteine;
- la regolazione dell’appetito è legata al gene MC4R (Melanocortin 4 Receptor) che è un mediatore chiave dei segnali di sazietà;
- il profilo infiammatorio è legato a geni come IL6R e IL18 (coinvolti nella risposta immunitaria e quindi a un rischio aumentato di obesità) e LEPR (presenti nel recettore della leptina e associati a un più alto indice di massa corporea);
- l’attività fisica è legata a varianti come il polimorfismo R577X di ACTN3 (gene delle fibre muscolari) o l’inserzione/delezione nel gene ACE, che possono modulare la risposta alla resistenza e all’endurance. Ciò significa che alcune persone bruciano più velocemente grassi con lo sport, mentre altre raccolgono meno benefici dagli stessi programmi di allenamento, a parità di impegno.
Cosa analizza e come può aiutare il test del DNA
Il test genetico analizza i polimorfismi che influenzano i processi di dimagrimento, per questo è in grado di fornire un quadro dettagliato delle predisposizioni metaboliche.
Conoscere il proprio profilo genetico è la base della nutrizione di precisione, ovvero la personalizzazione del piano alimentare e dell’attività fisica in base al genotipo e alle risposte metaboliche individuali.
In altre parole il referto genetico permette al nutrizionista di suggerire strategie mirate. Per esempio:
- se il test evidenzia varianti che rallentano il metabolismo basale, si può enfatizzare un’attività fisica più intensa o pasti più frequenti;
- se esistono SNP che riducono la tolleranza ai grassi o aumentano l’infiammazione, si può consigliare una dieta più povera di grassi saturi e ricca di antinfiammatori naturali;
- conoscere varianti dell’MC4R o di altri geni dell’appetito consente di gestire meglio i segnali di fame (ad esempio attraverso scelte alimentari a lento rilascio di zuccheri).
In sintesi, il test del DNA è uno strumento diagnostico che fornisce un profilo metabolico personalizzato. Le informazioni ottenute aiutano a costruire un percorso nutrizionale e di benessere cucito su misura: dieta, integratori e programma di allenamento verranno adattati al patrimonio genetico del soggetto, aumentando le probabilità di successo nel dimagrimento e nel mantenimento del peso.